600

Tappa 02

Caprino Veronese – Faedo

Km. 117

698

757

Controllo: 02
FAEDO

Bike Break – Bicigrill Faedo
Loc. Masetto, 8
38010 Faedo (TN)

Orari di apertura
dalle ore 10:30 alle ore 15:30 del 27 maggio
Il percorso in breve

Con brevi sali-scendi, tocchiamo gli abitati di Castion Veronese e poi Marciaga, superato il quale scendiamo rapidamente sulle sponde del Lago di Garda, poco dopo Torri del Benaco (km 16). Lungo la SR249, si attraversano tanti piccoli borghi rivieraschi, l’importante Malcesine (km 35) fino a Torbole (km 49).

Con strade secondarie e ciclabili saliamo ripidamente a Nago e su ancora, fino al Passo San Giovanni (km 52). E adesso giù a Mori (km 60) per riprendere il corso del Fiume Adige (km 63).

La pianeggiante Ciclovia del Sole ci conduce decisamente verso nord, e dopo aver sfiorato prima Rovereto (km 66) e poi attraversato Trento (km 93), concludiamo la tappa al Bicigrill di Faedo (km 117).

Attenzione
Attenzione al lungo tratto sulla SR249 sempre trafficata, ma poi via con strade secondarie e rilassanti ciclabili.

Il percorso potrà subire modifiche. Le tracce definitive saranno inviate a 15 giorni dall'evento. I dati altimetrici sono ricavati automaticamente dal software Outdooractive.

Ambiente e paesaggio

Dopo un breve contorno delle propaggini ondulate del Monte Baldo, scendiamo da una splendida strada panoramica fino a toccare le rive del Lago di Garda. Mentre ci si addentra verso Nord, la sponda del lago si fa progressivamente più stretta e chiusa.

Lo sguardo si appoggia sempre più sulla selvaggia e impervia costa occidentale. Se ci va bene, il vento Ora (da sud), si appoggia sulle nostre spalle, rendendo più allegra l’andatura sulla trafficata SR249. Se invece soffia il settentrionale Peler, sarà meglio trovare un compagno di ruota con cui alternarsi.

Guadagnata la testa del lago, si sale a Nago con le sue aggettanti strutture rocciose. Adesso scendiamo lungo la bella vallata dell’ex Lago di Loppio (prosciugato nel 1956, e ora diventato zona paludosa protetta) per rientrare nella conca dell’Adige, con la sua infinita teoria di frutteti e di vigneti.

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